Quiz Licenza Esercizio Venatorio - Regione Veneto

Quiz interattivi tratti dalla banca dati elaborata per la prova scritta dell'esame di abilitazione all'esercizio dell'attività venatoria della Regione Veneto, elaborata dalla Giunta regionale, Unità Coordinamento e gestione ittica e faunistico venatoria della sede territoriale di Padova.

Quesiti random: BANCA DATI ESERCIZIO VENATORIO 1-200

L'ordine delle risposte viene modificato di volta in volta, in maniera da consentire una ripetizione dell'esercitazione.

198. Quali documenti deve avere in tasca il cacciatore durante l'esercizio di caccia?

Licenza di porto di fucile per uso di caccia, polizza di assicurazione per la responsabilità civile verso terzi e per infortuni, tesserino regionale di caccia. L'attestato di abilitazione all'esercizio venatorio e il certificato medico di idoneità psicofisica. L'autorizzazione alla cattura e uccisione della selvaggina, rilasciata dal Presidente della Provincia competente per il territorio.

190. A chi appartiene la fauna selvatica?

È patrimonio indisponibile dello Stato. È patrimonio di tutti i cittadini non cacciatori. Alle Associazioni dei cacciatori che la immettono nel territorio a scopo di ripopolamento.

182. Nell'ambito territoriale provinciale, ma fuori dell'orario di servizio, gli agenti di vigilanza della Provincia possono redigere verbali di contestazione delle violazioni e degli illeciti amministrativi previsti dalla legge 157/92?

A seconda che abbiano la qualifica di agente o di ufficiale di polizia giudiziaria, gli agenti della Provincia non possono ovvero possono esercitare le loro funzioni di vigilanza (e quindi redigere anche verbali) al di fuori del loro orario di servizi La legge 157/'92 dispone chiaramente che gli agenti dipendenti degli Enti locali possono redigere anche fuori dell'orario di servizio i verbali di contestazione delle violazioni e degli illeciti amministrativi previsti dalla legge medesima. Gli agenti della Provincia possono esercitare i propri compiti di vigilanza venatoria soltanto durante l'orario di servizio e, nell'ambito del territorio provinciale, solamente nella zona in cui sono comandati a prestare servizio.

174. L'uccellagione, e, in particolare, la cattura dell'avifauna con reti, è consentita?

Si. E', invece, esplicitamente vietata dalla legge la cattura dell'avifauna con panie, trappole e altre insidie. Uccellagione, in senso lato, significa cattura di uccelli con qualsiasi mezzo, fucile compreso. Tale attività venatoria, quindi, se praticata con mezzi leciti (esclusi, cioè: vischio, tagliole, etc.) è consentita. In tutto il territorio nazionale è vietata ogni forma di uccellagione e di cattura di uccelli selvatici.

166. Il tassidermista autorizzato può imbalsamare un esemplare di specie cacciabile, se la richiesta di imbalsamazione gli viene fatta in un periodo diverso da quello consentito per la caccia alla specie in questione?

No. Il tassidermista, invece, deve segnalare la richiesta in parola alla competente autorità. La inadempienza comporta la revoca dell'autorizzazione e la comminazione delle previste sanzioni. Nella sua libera determinazione, il tassidermista, in caso di dubbio sulla provenienza dell'esemplare cacciabile, deve decidere se procedere o meno alla imbalsamazione dell'animale. Certamente si. Il dovere del tassidermista è esclusivamente quello di accertare che l'esemplare da trattare sia di specie cacciabile.

158. Quanti richiami vivi di cattura possono essere detenuti, complessivamente, da ogni cacciatore che esercita la caccia, in via esclusiva, da appostamento fisso?

Tenuto presente che le specie utilizzabili come richiami sono dieci, il numero massimo di esemplari detenibili da ciascun cacciatore, complessivamente, è di cento (dieci per ogni specie). Il numero massimo complessivo di richiami vivi di cattura, detenibile da ciascun cacciatore, è di quaranta unità (con il limite massimo di 10 per ogni specie consentita). Il numero massimo detenibile complessivamente, da ciascun cacciatore, è di 10 unità.

150. La gestione delle zone, in cui è consentito addestrare, allenare e svolgere gare di cani, è possibile venga affidata ad associazioni venatorie?

La legge prescrive che le zone destinate all'espletamento di attività cinofile debbano essere gestite esclusivamente da imprenditori agricoli, singoli o associati. È previsto dalla legge che la gestione delle zone in questione possa essere affidata ad associazioni venatorie e cinofile o ad imprenditori agricoli. Le zone per l'addestramento, l'allenamento e per le gare di cani possono legittimamente essere gestite soltanto dagli enti pubblici (Province), delegati dalla Regione.

142. Per quanto attiene alle specie carnivore, la pianificazione faunistico- venatoria a cosa è finalizzata?

Alla eliminazione graduale e parziale delle varie specie, mediante la caccia di selezione, effettuata dagli agenti venatori provinciali. Al conseguimento della densità ottimale e alla sua conservazione. Alla conservazione delle effettive capacità riproduttive e al contenimento naturale di altre specie.

134. Il possesso di valida licenza di caccia autorizza il cacciatore ad usare, nella pratica venatoria, oltre che l'arco, anche la balestra e la balista?

No. La legge, infatti, oltre che vietare l'impiego di balestre, vieta tutte le armi e tutti i mezzi per l'esercizio venatorio non esplicitamente ammessi dalla legge medesima. Si. Trattasi di mezzi sostanzialmente simili, nei loro congegni di scatto e di puntamento. Solamente l'impiego venatorio delle balestre è esplicitamente vietato dalla legge.

126. Fatta eccezione per la zona Alpi, il territorio agro-silvo-pastorale di ogni regione è destinato per una quota dal 20 al 30 per cento a protezione della fauna selvatica. In detta quota entrano a far parte i "fondi chiusi"?

Con apposita disposizione regolamentare, la Regione decide per l'inclusione o meno dei fondi chiusi nella quota percentuale indicata, in relazione al rapporto territorio/cacciatori accertato per ciascun Ambito territoriale di caccia. Si, per esplicita disposizione di legge. No. Infatti nei fondi chiusi è soltanto vietata la caccia; per "protezione", invece, s'intende che al divieto venatorio devono accompagnarsi provvedimenti atti ad agevolare la sosta della fauna, la riproduzione, la cura della prole.

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